Scherzi….

Vista la giornata, mi sembra quasi necessario dedicare questo mio terzo post della settimana agli scherzi.
So che raccontare uno scherzo non è divertente come farlo, e indubbiamente la quantità di risate che essi hanno provocato durante il loro svolgimento non potrà mai essere replicata da queste righe, però ci provo lo stesso, mal che vada allargherete le labbra in un piccolo sorriso, e sarebbe già tanto.
E’ da stamattina che penso agli scherzi che ho fatto, per cercare di estrarne qualcuno che fosse divertente anche per chi legge, e mi sono reso conto di una cosa. Quelli che ricordo con più gioia sono quelli che hanno avuto bisogno di una preparazione lunga e studiata, mentre invece faccio fatica a ricordarmi quelli più rapidi, che magari hanno dato un risultato altrettanto divertente, ma una soddisfazione sicuramente minore.
Tutti gli scherzi da ufficio fanno parte della seconda serie: come togliere la pallina del mouse, invertire i tasti della tastiera, creare delle macro che facciano comparire intere frasi con la pressione di una sola lettera, spacciarsi per la tim e far credere ai colleghi che alla loro sim è successo qualcosa, stendere un velo di domopak nel gabinetto, e tanti altri. Ma come ho già detto la soddisfazione che danno è lunga quanto la loro durata o dura quanto la loro lunghezza (chissà perché mi vengono sempre frasi ambigue!), e il loro perdurare nella memoria è quasi sempre limitato a poche giornate.
Ce ne sono due invece che ricordo con gioia nonostante siano passati parecchi anni, e ancora mi fanno ridere quando ci penso. Spero di riuscire a trasmettervi queste sensazioni, raccontandovi quello che secondo me perde di meno nella stesura

Era il 1996, e durante il matrimonio di mio fratello svoltosi a Bergamo, mi capita di conoscere una ragazza di Milano, amica di mia cognata, con la quale ho una fulminante storia che dura qualche mese nonostante la nostra lontananza. Come sempre succede quando si vive in due città diverse, quando veniamo presentati io le dico “Ah, Milano…. io ho un amico di Milano, ma figurati se lo conosci, si chiama Stefano P.” Come nelle migliori favole lei invece lo conosceva, ed era stata una sua compagna di classe delle superiori e sapeva anche parecchie cose su di me tramite lui.
Stefano era infatti un mio amico del mare, con il quale avevo passato per tre mesi all’anno le estati che mi hanno portato dai 5 ai 20 anni, passando insieme dei momenti che non esito a definire indimenticabili. C’era, è vero, nella nostra compagnia un qualche dubbio sulla veridicità delle storie che ci raccontava, ma non per questo gli si voleva meno bene.
Una sera, mentre io e questa ragazza (Barbara) eravamo insieme a Torino, a lei viene in mente di chiamare Stefano per chiedergli di uscire insieme come due vecchi amici il sabato seguente. A questa telefonata, nella quale Stefano sembra molto contento di rivedere questa sua vecchia amica, segue dopo qualche minuto la mia. Ovviamente lui non sapeva niente di noi, e la telefonata più o meno si è svolta così:
– Ciao Stefano, sono Walter
– Ciaaaooo Walter che piacere, come va? È successo qualcosa?
– No no, tutto a posto, è solo che sabato sono a Milano per lavoro, e volevo sapere se la sera sei libero, così magari ci beviamo qualcosa insieme e poi torno a Torino
– Minchia Walter nooooo, proprio sabato?
– Perché?
– Mi ha appena telefonato una mia compagna delle superiori, e mi ha chiesto se esco con lei sabato sera
– Ma chi è? Te la devi fare?
– Ma no, cioè non so…. è un troione con delle tette gigantesche, che secondo me ha sempre avuto voglia di scoparmi
– Eh….
– Magari le è venuta voglia di prenderselo proprio quella sera…… ma chi se ne fotte, io le dico che non ci sono
– E non puoi vederla di pomeriggio?
– Ma si, al massimo mi faccio fare un pompino in macchina…eheheh
– Facciamo così: esci con lei di pomeriggio, e poi ci sentiamo venerdì per metterci d’accordo per la serata
– Ok, a venerdì allora, ciao
– Ciao

Ovviamente Barbara era vicino a me durante la telefonata, e, a parte le sue tette che erano effettivamente notevoli, tutto il resto era un po’ esagerato.
Io comunque il venerdì ho chiamato Stefano e gli ho detto che non sarei potuto andare da lui il giorno dopo causa problemi lavorativi, e gli ho augurato di divertirsi col troione.
Sabato pomeriggio poi Barbara si è presentata all’appuntamento con una sua amica ed ha fatto salire Stefano sulla sua macchina. Dopo qualche secondo di leggero imbarazzo a causa della presenza di questa terza persona a Barbara è squillato il cellulare che, dopo aver risposto, ha passato a Stefano
– Ciao Stefano sono Walter
– Walter? ma ….. cosa c’è ?
– Volevo dirti che sono a Milano
– Ho capito ….ma ….io sono con un’amica …..e come fai tu …
– Si si, lo so che sei col troione…. È solo che io sono proprio nella macchina dietro di voi
– Eh???
– Dai, dì a quel troione di Barbara di fermare la macchina e farmi salire!!

Ancora oggi, se penso alla faccia che aveva Stefano quando sono arrivato e ho baciato Barbara, mi vengono le lacrime agli occhi dal ridere.

Scherzi….ultima modifica: 2004-04-01T13:49:27+02:00da
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