La pulizia del viso

Felice ed ammirato per la bufera di commenti e di post sul mio matrimonio, e seriamente preoccupato per la bufera d’acqua che si è abbattuta su santo Domingo, sede del mio imminente viaggio di nozze, mi accingo a dare un benvenuto accettabile a coloro che per la prima volta capitano da queste parti.

Oggi ho proseguito il mio cammino nel mondo delle donne, iniziato qualche settimana fa con la mia prima visita “ginecologica”, e continuato adesso facendo la mia prima esperienza di pulizia del viso.
Innanzitutto ci tengo a precisare che per un uomo trovare qualcuno che sia disposto a fargliela è un’impresa ardua. Prima di capitare dalla sciagurata di oggi, ho ricevuto una serie di rifiuti che vi vado brevemente a elencare:
– Ah no, io ho una clientela raffinata che con gli uomini non vuole avere niente a che fare (eh già!!! E per chi si fanno belle, per i figli?)
– No, con gli uomini ho avuto delle brutte esperienze, e quindi si rivolga da un’altra parte
– No, da me le donne girano nude, e non vorrei mai che vi incontraste
– Cartello con scritto: Vietato l’accesso agli uomini (e non dite ciò che pensate, male lingue)

Mi sembra logico che la mia già poca voglia di affrontare questa cosa, abbia subito un crollo dopo le gentilezze che ho sentito, ma dall’altra parte, per una sorta di perfido meccanismo autolesionista, cresceva in me la curiosità per trovare un posto che mi permettesse di avere libero accesso a ciò che fino a quel momento mi era stato tenacemente negato.
E così, dopo qualche telefonata, sono riuscito a trovare un solarium, dove la burrosissima Rosy mi ha cortesemente accettato fra i suoi adepti.
Già il fatto che la suddetta al telefono mi avesse chiesto “ma è la prima volta che ci vediamo, gioia?” avrebbe dovuto far sorgere in me qualche sospetto, ma io, rincoglionito come uno che si sta per sposare, non mi sono reso conto di niente e mi sono presentato alle 17.30 al Regno del Sole, dove Giusy (senza troppe mutande, e con dei pantaloni color domopak), mi ha detto che Rosy sarebbe arrivata da lì a poco.
Il poco è durato quasi un quarto d’ora, tempo durante il quale ho potuto sincerarmi che le condizioni igenico-sanitarie non avevano niente da invidiare a quelle dei cessi di San Siro, e che la trasparente Giusy aveva un uomo di nome Gerry, bello come un pitbull incazzato, e una serie di amici e amiche di nome Tommi, Francy, Concy e Lucy.
Puntuale come una sciagura, dopo quindici minuti Rosy è arrivata col suo passo felpato…..ora, come se la immagina uno un’estetista? Bella o brutta non importa, alta o bassa neanche, magra o grassa tanto meno, ma pulita e con una pelle accettabile direi proprio di si.
Beh, Rosy era di fronte a me, con una faccia da pornostar a fina carriera, e con degli abiti da pornostar a inizio carriera: il bianco dei suoi pantaloni, si sposava col nero del suo top per Barbie, e la pelle bianca e stra-piena di punti neri le dava un senso cromatico che rasentava la perfezione.
Un po’ spaventato, l’ho seguita nello stanzino perfettamente asettico, con le crepe dei muri che si confondevano con le scritte che li adornavano, e con i suoi attrezzi che bene si confondevano fra tutto il resto (e sottolineerei “tutto”). Rosy ha preso allora una specie di bollitore che ha riempito con dell’acqua sbucata da chissà dove, e mentre continuava a riempirmi di “gioia”, “stella”, “tesoro”, e altre amenità simili, mi ha storto con la delicatezza di un muratore la faccia verso destra, e mi ha puntato addosso un ugello dal quale usciva più vapore che da una Vaporella. Dopo di che, incurante che io stessi per squagliarmi e soffocare, è uscita senza dire una parola.
In quei cinque minuti di agonia ho pensato che forse quello che stavo subendo era una giusta punizione, e mi sono limitato a chiedermi perché quel cazzo di ugello non fosse dietro di me, ma mi obbligasse a torcere tutto il mio collo verso destra, e per evitare una sciatica o altro, ho deciso di spostarmi sul mio fianco, in modo che il vapore potesse definitivamente avvolgermi.
Al suo rientro, e dopo essersi complimentata per l’idea di girarmi che nessuno aveva mai avuto (!!!), Rosy ha iniziato, fra un “tesoro” e l’altro, a schiacciarmi qua e là per il viso, facendomi non poco male. Alla fine di questo, mi ha poi cosparso di una crema che mi ricordava la carta vetrata con la quale ho seppiato i muri di casa mia, e infine mi ha spalmato una crema umidiccia dall’odore schifoso, dicendomi che si trattava di una maschera levigante che dovevo tenere per 10 minuti.
Tutto normale direte voi, peccato che prima di uscire e lasciarmi da solo con quella cosa che si stava indurendo sulla mia faccia, Rosy mi abbia detto “Se non sai cosa fare, fumati pure una sigaretta, che non c’è alcun problema”.
Per fortuna i 10 minuti sono passati senza ulteriori danni, e quando, dopo avermi tolto la maschera, mi ha mostrato nello specchio la mia faccia rossa come il culo di un pensionato (questa era fine) e mi ha detto “Gioia, ma quanto sei bello, vero?”, io non ho potuto far altro che dire di si e fuggire da quel posto.

Mi è rimasto solo un dubbio: perché quando Patrizia torna da una pulizia del viso, si sente rilassata e contenta?

La pulizia del visoultima modifica: 2004-05-25T23:38:06+02:00da
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