Una giornata da supereroe

Attenzione, non pensate subito a me con addosso le aderentissime tutine di Superman o Spiderman, perché non credo che ne uscirebbe fuori un’immagine molto edificante, e perché non è lì che vi vorrei portare, ma immaginate un trentunenne italiano medio, di media intelligenza, con una capacità media nei lavori manuali (non pensate male), con una media propensione alle pulizie di casa, con una pancetta media, e con una mediosissima schiena malandata, che, dopo aver vissuto tutta la vita ben protetto dalle ali materne e paterne, di colpo vola via di casa e si sposa con una ventinovenne intelligentissima, bravissima nei lavori manuali (non pensate male di nuovo, eh), con una spiccata propensione alle pulizie di casa, che ha vissuto per tutta la vita con due genitori altrettanto bravi in tutte queste cose……..fatto il quadro della situazione?
Bene!! Questo trentunenne medio, cioè io, sabato pomeriggio è stato lasciato a casa da solo dalla neo-moglie, che ha approfittato del giorno non lavorativo per andare a comprare un tot di cose che lei riteneva necessarie per la sua vita. Le possibilità che avevo davanti erano praticamente due: prove del gran premio di Silverstone di Formula 1 alle 15.00 su Rai 2, piccolo riposo, Felicity di nuovo su Rai 2 alle 17.00 (ok, guardo Felicity, ognuno ha delle pecche nella sua vita), aperitivo alle 18.00 con un amico e rientro a casa giusto per cena, oppure lavori di casa.
Probabilmente il titolo del post può avervi fatto intuire quella che è stata poi la mia scelta, ma credetemi che nessuno che poco poco mi conosce ci avrebbe scommesso neanche un centesimo, soprattutto Patrizia.
I problemi di casa che maggiormente mi turbavano erano due, e li ritenevo entrambi molto importanti: 1) la Telecom non ha atteso il rientro di Spirit da Marte, ed è venuta finalmente ad allacciarmi la linea telefonica, ma dopo due ore e mezza passate a lavorare, e con l’aiuto di mio suocero, il tecnico era riuscito solo a rendermi funzionanti 2 prese su 4, e nessuna di queste due era dove volevo io 2) le vie di fuga del salotto e dell’ingresso erano ancora da pulire, e, nonostante le mie ripetute insistenze con Patrizia, non riuscivamo proprio ad iniziare questo lavoro.
Faccio solo una piccola precisazione. Quando dico che le vie di fuga sono da pulire, intendo che i precedenti inquilini hanno lasciato la casa in condizioni igieniche non proprio ottimali, e i pavimenti (che sono l’unica cosa che non abbiamo rifatto, in quanto nuovi) necessitavano una accurata pulizia, piastrella per piastrella, con uno specifico prodotto, con un cento gradi e con qualcuno che, inginocchiato, perdesse almeno 10 minuti per piastrella. Lavoro che, indubbiamente, andrebbe fatto in due.
La prima cosa che ho provato a fare, sotto lo sguardo completamente sfiduciato di Patrizia che stava uscendo, è stata quella di capire perché le prese del telefono non funzionavano. Visto che il lavoro sembrava abbastanza complicato e lungo, anche considerando che le mie conoscenze di impianti elettrici sono pressoché nulle, ho deciso di fare nel frattempo un bucato, in modo che almeno una cosa sarei stato sicuro di portarla a termine.
Non so esattamente quale luce si sia accesa in me e quale botta di culo abbia deciso di passare dalle mie parti, resta il fatto che, quasi contemporaneamente alla fine del bucato, il telefono, una volta inserito nelle prese prima mute, ha emesso un dolcissimo Tu-Tuuuuu-Tu-Tuuuuu-Tu-Tuuuuu. La cosa mi ha talmente esaltato che 1) ho emesso un urlo che probabilmente hanno sentito fino a Moncalieri 2) ho deciso di provare addirittura ad aumentare a 5 il numero delle prese.
La botta di culo precedente ha di nuovo fatto sosta a casa mia, e in meno di mezz’ora le prese telefoniche sono diventate cinque, e tutte funzionanti.
Preso da un’euforia simile a quella che provava Ken quando vedeva Barbie prima che lei lo lasciasse, ho quindi iniziato da solo a pulire le vie di fuga, fino a quando sono stato interrotto dal telefono di casa che squillava!!!! Era mia cognata che, quasi in lacrime, mi chiedeva di aiutarla con il suo pc che, dopo averle permesso di scrivere una tesina di una ventina di pagine in Word, le aveva fatto sparire completamente questo lavoro, per lei fondamentale in vista di un imminente esame.
Ovviamente io ero la terza persona ad essere interpellata (e solo dopo gli insuccessi di Patrizia e di suo padre), ma questo non ha per niente intaccato la mia fiducia e, svestiti gli abiti da Cenerentola, ho indossato di nuovo quelli da supereroe e sono andato a casa sua.
Credo sia superfluo dire che per la terza volta in poche ore la botta di culo che volava su Torino si è di nuovo appoggiata su di me, e in un quarto d’ora Roberta aveva di nuovo il suo pc funzionante e il suo bel documento Word salvato sia sul pc che in rete (fortunato si, ma pirla no).
Sono quindi tornato a casa, mi sono di nuovo rivestito da Cenerentola, e ho continuato la mia personale guerra con le piastrelle e con le vie di fuga.
Quando Patrizia è arrivata a casa verso le otto ha trovato dunque: un bucato steso e ormai asciutto, cinque (cinque eh) prese telefoniche funzionanti, mezzo salotto splendente e pulitissimo, la tavola apparecchiata.

Forse voi tutte, maliziose come Sandra Milo, vi starete chiedendo se ho chiuso la mia giornata ancora da supereroe……….
Beh, diciamo che abbiamo avuto degli amici a casa fino a mezzanotte e mezza…………..e quindi era già domenica!!!

Una giornata da supereroeultima modifica: 2004-07-12T13:33:31+02:00da
Reposta per primo quest’articolo