Yamme, verso nittu fidau

Ormai siamo a maggio, e stiamo entrando con grande gioia di tutti nel periodo classicamente dedicato ai matrimoni. Lungi da me l'idea di parlarne male, visto che al matrimonio ho dedicato il primo anno di vita del mio blog, ma proprio in ragione di questo, e soprattutto alla luce di quello a cui ho fortunatamente partecipato l'altro ieri, ho deciso di evidenziare alcuni classici, che stanno al buon gusto come il mio amato Torino sta alla Champions League.


Capisco che ironizzare su qualcuno per il suo aspetto fisico sia estremamente bieco, e ancor di più lo è fare delle sue deficienze un esempio di cattivo gusto. Ma se sei lo sposo e sei alto meno di un metro e sessanta e largo quanto una quercia secolare, forse un vestito di un metro e quaranta e con delle bellissime code da pinguino non è proprio il più adatto all'occasione, a meno che dietro non ci sia scritto Kelvinator.

Se sei un'invitata, e nessuno ha avuto il buon gusto di creare un tavolo fatto apposta per te, il minimo che gli altri commensali si possano aspettare e che tu mantenga un certo contegno. Ma se proprio non ce la fai, e ti senti obbligata di comunicare al mondo esterno la tua personalità grugnendo mentre mangi, leccando le dita e il piatto dopo ogni portata e chiedendo il bis il tris e a volte anche il poker di ogni cosa che ti passi davanti, probabilmente chi ti sta guardando sorriderà e cercherà di capire. Ma chiedere un caffè col dolcificante perché sei a dieta, ti sembra sensato?

Capisco che un matrimonio sia un momento di gioia da condividere con gli altri, e che probabilmente il massimo della tua espressione di gioia avvenga allo stadio quando la tua amata ggiuventùs fa un gol, ma presentarsi al matrimonio di tuo fratello con la maglia di Del Piero sotto la giacca, e con una tromba in una mano e un fischietto nell'altra, forse è eccessivo. Soprattutto se poi non metti il fischietto dove tutti sperano, ma continui a tenerlo in bocca e ad usarlo.

Il trenino, si sa, è un simpatico momento di aggregazione che coinvolge più o meno tutti gli invitati di un matrimonio. Ma ripeterlo sei volte, e farlo durare venti minuti e tre chilometri, forse a qualcuno potrebbe risultare pesante, soprattutto se una buona metà dei partecipanti è in età di enfisema polmonare.

Una festa senza musica è come l'Oktober Fest senza la birra, e su questo credo si sia tutti d'accordo. E allo stesso modo, tutti possiamo capire che nel nome del risparmio sia lecito tagliare i costi che ci sembrano superflui. In quest'ottica, un cantante di sessant'anni forse viene preferito ad uno più giovane per via del suo costo, e nessuno si potrà lamentare quando lui dirà "Ho un ampio repertorio: anni cinquanta, anni sessanta e duemilaequattro", come se l'anno appena trascorso fosse più raro del panda dagli occhi cerchiati dell'Australia. Tutti sorrideranno lo stesso, perché in fondo l'importante è divertirsi.
E anche quando si arriverà al momento topico YMCA, dove il confine fra l'accettabile e l'inaccettabile diventa più sottile di una lucertola del Timbuctù, tutti sorrideranno compiaciuti.

Tutti, tranne quelli che capiranno che "Yamme, verso nittu fidau, asse yamme, picchio selfo degrau" forse non è in perfetto inglese.

Lo so che un matrimonio è bello solo se ci si diverte, e che le persone più entusiaste tendono a comunicarlo in maniera più evidente. Ma se non ho il secchiello e la paletta, forse significa che non siamo in un villaggio turistico, e probabilmente che non ho tutta sta gran voglia di mettere un cucchiaio legato ad un filo nelle tette di un'ottuagenaria con la dentiera, per andarmelo poi a riprendere all'altezza delle sue caviglie, gonfie come le labbra della Lecciso.

Il menù, si sa, è la prima cosa che chi si siede a tavola guarda, un po' perché non c'è ancora dialogo fra i vari ospiti sconosciuti (cosa che a volte sarebbe meglio continuasse fino alla fine), e un po' per la curiosità di conoscere ciò che verrà servito. Io capisco tutto, e quindi capisco che stupire gli ospiti con dei nomi roboanti sia tanto tanto figo, ma se mi scrivi "finissima di vitello con spremitura di olive", e poi mi fai portare una fetta di bresaola con olio, secondo te io non mi sento preso per il culo?

I matrimoni di una volta, in cui si stava seduti a tavola almeno sei ore, ormai non esistono più. O meglio, forse esistono, ma mentre vent'anni fa in quelle sei ore venivano serviti almeno quindici piatti, adesso in sei ore, di piatti ne vengono serviti giusto sei. E io lo posso anche accettare per tutta una serie di motivazioni. Ma se oltre a farmi aspettare due tagliatelle un'ora, quando poi me le portano e le conto mi rendo conto che quelle tagliatelle sono proprio due, quale giudice mi potrebbe incolpare per averti azzannato?

E se invece della cravatta, che tra parentesi ti sta come starebbe ad un istrice, tagliassimo la lingua di tuo fratello, non credi che sarebbero tutti molto più felici, e soprattutto senza mal di testa?

Yamme, verso nittu fidauultima modifica: 2005-04-27T09:33:47+02:00da
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