Caro Feltri

In queste ultime settimane Virgilio è sicuramente salito agli onori delle cronache per via del suo paesello del Blog. Non per meriti suoi, è ovvio, ma grazie ad alcuni membri che lo vivono più o meno quotidianamente.
Nello spazio di pochi giorni Esteban e Law hanno avuto delle querelle con Luttazzi e Feltri, al punto di aver portato il problema su di un quotidiano nazionale nel primo caso, e di aver rischiato una denuncia dal medesimo giornale nel secondo.
Non entro nel merito della questione di Esteban, sia perché non lo conosco che perché non sono così sicuro di averla capita perfettamente, e cercherò di sfiorare appena, più o meno per gli stessi motivi, quella di Law.
A quanto pare (l'unica certezza che ho è una lettera di Feltri riportata sul suo blog da Law, che però teoricamente avrebbe potuto inventarsi tutto o essere anche una spia del KGB) il giornalista della Stampa ha minacciato di querelare la nostra blogger a causa di una frase della medesima in cui lei sostiene (neanche così evidentemente poi) che Mattia Feltri faccia quel lavoro grazie al padre (Vittorio Feltri) che di quel lavoro ci campa da decenni.
Io non conosco nessuna delle due parti in causa, ma di entrambi ho letto parecchie cose, ricavando quasi sempre una gioia estemporanea per l'animo e per l'intelletto. In poche parole li trovo molto godibili dal punto di vista letterario, fatte le debite e dovute distinzioni fra chi scrive soprattutto per diletto e chi lo fa soprattutto per lavoro.
Di Feltri dunque penso un gran bene, e non solo perché si professa tifoso granata, ma sinceramente non riesco ad apprezzare che lui si sia arrabbiato per una dichiarazione simile. Sicuramente c'è dell'altro: questa può essere la duecentesima frase su di lui che l'ha infastidito in anni di lavoro, la classica goccia dell'ancora più classico vaso, e la prima per la quale minaccia un'azione legale. Non lo so, tutto può essere, ma il fatto che lui abbia minacciato un'altra persona per una frase scritta in un blog, in un paese dove tutti si affannano a dire che la libertà di espressione c'è ed è evidente, mi sembra abbastanza grave.
Berlusconi ne sente su di lui tutti i giorni di ben più pesanti, come la poesia citata da  Benigni in cui il comico si dispiace perché la mamma del Premier nel giorno del concepimento non abbia preferito la sodomia, e non so (nel senso che veramente non lo so) se lui intenti una decina di cause al giorno.
Eppure Mattia Feltri se l'è presa per la velata accusa di supposto nepotismo al punto di minacciare una causa. Ma cosa c'è di così grave in questo?
Forse Bobo e Stefania Craxi non sono al loro posto grazie anche al cognome? E Paolo Berlusconi potrà mica negare i vantaggi avuti da cotanto fratello? E saremmo arrivati alla terza generazione di De Sica se i padri non contassero qualcosa nel lavoro?
Persino i notai sono figli di notai, e non vedo cosa ci sia di grave a ricevere una spintarella iniziale da un genitore per avere successo in un lavoro. Poi, è ovvio, se ci fosse manifesta incapacità nei figli, e ciò nonostante continuassero ad occupare il loro posto, allora sfoceremmo nell'ingiusto, ma se un figlio si dimostra capace, come Mattia Feltri, cosa c'è di male ad ammettere un aiuto iniziale?
Magari lei non ne ha avuti, caro signor Feltri, ma non se la prenda per un po' di satira, perché veramente le rovina la splendida immagine che si è costruito con gli anni.
 A lei non farebbe piacere, come a me, vedere in campo i nipoti di Bacigalupo Ballarin e Maroso a difendere degnamente i colori della squadra dei loro nonni?

Caro Feltriultima modifica: 2005-11-03T11:20:29+01:00da
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