Notte prima dell’esame 2/2

….. Continua dal 25/11…..

Ma a me, che non mi chiamo Alice nel paese delle meraviglie, la frase puzzava e la domanda che ne seguì era la logica conseguenza: "se ha queste ammirevoli caratteristiche, perché hai deciso di condividerla con me ed Alessandro?"
La risposta che ne scaturì aveva una certa logica ed era foriera di interessanti scenari poco immaginabili fino a quel momento. La signorina, Sonia, era una diciottenne che faceva la cameriera nell'albergo dove Alvise soggiornava, ed aveva accettato l'invito del mio porco-amico solo perché lui le aveva paventato una serata con i suoi amici.
E serata fu!!!
Si presentò all'appuntamento, in abiti normalissimi, spacciandosi per una diciottenne aperta verso nuove esperienze e capacissima di sostenere qualunque tipo di serata. Va bene lo sprezzo del pericolo, ma andare al gay pride con un bersaglio disegnato sul culo mi sembra un po' troppo.
Ma Sonia evidentemente non la pensava così, e le prime quattro ore passarono in fretta, fra alcool – tanto alcool – risate e continue frecciatine che la gentil donzella elargiva come fossero lecca lecca.
E lecca lecca una volta, lecca lecca due volte, prima o poi qualcosa deve succedere. Così, verso le tre di notte, dopo il suo ennesimo riferimento al fatto che lei era da sola con tre maschietti e che nonostante questo nulla stava accadendo, io decisi di prendere la soluzione in mano e non di meno introdussi con forza l'argomento.
Posta di fronte a questo problema Sonia riuscì a divincolarsi in una maniera consona alla sua giovane età. Il mio invito (verbale eh, cosa avevate pensato!!!) a decidere con chi avrebbe preferito continuare la nottata la spiazzò un minimo e passammo la successiva mezz'ora assistendo ad una perfetta arrampicata sugli specchi, attraverso la quale la giovincella cercò di spiegarci che la sua scelta non avrebbe dovuto offendere nessuno, perché lei avrebbe comunque continuato a considerare amici gli altri due, perché lei si era molto divertita, più tutta una serie di simili amenità marzulliane.
Dopo un po' Alvise, delicato come una ruspa, le disse "Senti, io ho 24 anni e tu ne hai diciotto. Ormai nella mia vita qualche donna l'ho già avuta, quindi non ti preoccupare della tua scelta, perché se hai deciso di non darla a me io vivo lo stesso. Anzi, mi levo dai coglioni e me ne vado pure a dormire". Spinta sulla via di Damasco, Sonia si sentì illuminata da queste parole e in meno di un minuto comunicò che la sua scelta era caduta su di me.
Felici come delle mosche nel paese delle merde miei amici ci lasciarono, sollevati di poter raggiungere comunque un letto, ed in meno di cinque minuti noi decidemmo di andare nell'alloggio che lei condivideva con due sue colleghe che non ci sarebbero dovute essere almeno fino alle dieci causa turno.
La notte si tramutò velocemente in mattina, ed in un attimo arrivarono le otto. L'orario ci venne fissato indelebilmente in testa dal suono che proveniva dalla porta, dove qualcuno ebbe la fantastica idea di bussare. La mia reazione interrogativa venne subito tranquillizzata da Sonia che mi disse che erano sicuramente delle sue colleghe che, non sentendola rispondere, se ne sarebbero andate al più presto.
Il più presto iniziò ad essere lungo, visto che i seguenti dieci minuti passarono nel nostro silenzio più totale e nel ripetersi dei delicati battiti sulla porta, che non sembravano voler smettere in alcun modo. Fu così che lei si alzò dal letto ed andò in bagno, per poi uscirne per ascoltare se da fuori provenissero suoni….niente!!! Solo i battiti e nient'altro.
Mi disse quindi di vestirmi e di andare in cucina, che, visto che si trattava di un monolocale, era ad un metro dal letto, ma separata dalla porta di entrata da una parete. Io vi andai e presi una bottiglia di Pepsi che iniziai a bere e che mi andò di traverso quando, una volta aperta la porta, sentii queste parole

(uomo) – Ooohhh, dormivi?
(donna) – Ben svegliata passerotta….
(Sonia) – Mamma….papà….
(uomo) – Hai visto che sorpresa? Io non volevo venire così, ma conosci tua mamma
(donna) – E' più di un mese che non ci vediamo. E poi tuo padre voleva controllare che tutto andasse bene
(uomo) – E si…e poi anche Daniele ci ha detto di controllarti
(donna) – E si…una ragazza bella come te, lontano dal fidanzato in un posto di mare come questo
(uomo) – ma tanto noi lo sappiamo che tu sei brava, vero?

A quelle parole la mia saliva smise istantaneamente di esistere e si tramutò in copiose gocce di sudore, che furono niente in confronto a quelle che mi circondarono quando dal muro vidi spuntare un gigante di due metri, barbuto e con due mani grandi come una quattro stagioni. Mani dalle quali spuntò un dito che mi arrivò a due centimetri dal naso, accompagnato dai pianti della madre e dalle urla del ciclope

(uomo) – E questo chi cazzo è?
(Sonia) – E' un mio amico papà, è venuto a prendermi per andare in spiaggia
(uomo) – Vestito così? E con quel giubbotto sul comodino
(Green) – Veramente….  
(uomo) – Lei stia zitto
(Sonia) – Si papà, è arrivato adesso dalla discoteca
(uomo) – Sei una troia!!!
(donna) – Nooooooooooooo
(uomo) – E quanti anni ha questo porco bastardo?
(Green) – Eemmm
(uomo) – Zitto che a lei ci penso dopo
(Sonia) – Ha quasi la mia età papà, non te la prendere
(uomo) – Troia!!! Ti scopi persone che neanche conosci
 (donna) – Noooooooooooooo

A queste parole seguirono altri cinque minuti di urla, pianti ed insulti, che mi videro assolutamente immobile ed in silenzio, con la bottiglia di Pepsi che nel frattempo si era squagliata nelle mie mani, fin quando arrivò il mio momento

(uomo) – Lei, fuori dai coglioni….subito!!!

Manco a dirlo che non aspettavo altro. Passai quindi, temendo per la mia vita, sotto quel tronco di braccio per prendere ciò che avevo lasciato sul comodino e delicatamente mi avvicinai alla porta. Ma fu in quel momento che la mia genialità venne fuori e mi fece dire le otto parole che mi costrinsero a passare i seguenti 40 secondi correndo come un disperato nel tentativo di sfuggire alla morte per schiacciamento

"Felice di avervi conosciuto…figlia fantastica, complimenti. Arrivederci"