Noblesse oblige

Mentre stamane, camminando, mi gelavo per contatto prima un interno coscia e poi l'altro (questa era fine), mi sono venute in mente le espressioni più colorite per definire questa adorabile condizione climatica. Tra le tante ha vinto sicuramente quella che utilizzava abitualmente un mio amico veneto, che per privacy chiamerò Denis, del quale ho deciso di raccontare qualche piccolo aneddoto, spinto su questa strada dagli affreschi  romano-milanesi dipinti dalla Yle e dai racconti trevisani post-Grande Fratello di Law.

Denis è, ovviamente, un mio vecchio amico di Duna Verde che sin da piccolo si è distinto per la sua signorilità. Le sue mirabolanti imprese vanno dalla depilazione per strappo di ciò che non veniva contenuto all'interno dei costumi di giovani signorine – spesso anche sconosciute – alla sua morbosa curiosità in merito al contenuto delle borse o degli zaini delle suddette, grazie alla quale rimarrà sempre stampato nella nostra memoria un fantastico "cos te gà nel marsupio, te ga a spirale… el diaframma ….i goldoni? O te ga solo el miele par le ficche?" detto ad una austriaca conosciuta da meno di due minuti e sagacemente tradotto dal suo fido cugino in un inglese spettrale.
Il buon Denis riempiva di questa sua particolare attenzione l'intero universo femminile, senza lesinarsi in presenza di coloro che in quel momento si fregiavano del temporaneo titolo di "ragazza del nostro eroe". Memorabile una partita a tre, giocata all'insaputa delle due giocatrici e durata per una settimana, che si è distinta non tanto per il numero dei giocatori (chiunque nella sua vita ci può esser riuscito), quanto per gli spazi ridottissimi e i tempi serratissimi che hanno caratterizzato la sua vita e che lo hanno costretto a fare delle acrobazie e dei cambi di programma e di direzione che neanche Mastella è mai riuscito a fare.
Ma Denis non era solo questo, era l'incredibile unione di un'infinità di aberranti caratteristiche che, non si sa come, a lui permettevano di essere un'entità quasi soprannaturale e magica.
Ciò che lo ha definitivamente consacrato alla storia accadde in un piovoso pomeriggio di metà luglio, quando, non avendo molto da fare a causa delle avverse condizioni meteo, decise di fare un favore a sua madre accettando di comprarle il pane. La strada che ci separava dal panificio era breve, ma costellata di tante occasioni per dimenticarsi del motivo per cui eravamo lì. Passarono circa due ore, durante le quali i soldi spesi in gelati e birre si confondevano facilmente con le sue irripetibili tattiche di approccio e con il suo indegno savoir-faire, lasciandoci dentro un senso di euforia e incredulità che ancora oggi rimpiango. Ma per fortuna a qualcuno venne in mente della commissione da fare e così andammo in panetteria dove Denis, una volta arrivato al conto, svuotò il contenuto della tasca dei jeans sul bancone di vetro. I soldi che la madre gli aveva dato erano purtroppo finiti almeno da un'ora, ma alla commessa (e alle venti persone che c'erano in quel momento lì dentro) non potè sfuggire che, mischiati fra un accendino, dei cerini e dei gettoni della sala giochi, c'erano due preservativi, fortunatamente ancora confezionati. La cosa non sfuggì neanche a lui che, dandoci una delle più grandi soddisfazioni della nostra vita, disse ad alta voce "li schei li gò finìì, ma se te vol gò na cosa da darte che riempie quel goldon e vien anca fora da quanto xe grando", che tradotto significa più o meno "i soldi li ho finiti, ma se vuoi ho una cosa da darti che riempie quel preservativo, e che ne esce anche fuori da quanto è grosso". Inutile dire che la commessa era la figlia del proprietario e che il pane non l'abbiamo più comprato lì dentro per anni.

Con questa preziosissima chicca chiudo le avventure del fantastico Denis, senza dimenticarmi però del motivo che mi ha spinto a parlarvi di lui e del quale i più attenti saranno sicuramente in trepidante attesa, e cioè la frase con la quale amava descrivere le giornate particolarmente rigide "fa così freddo che non si trova una figa neanche girando con l'uccello di fuori".
Che signore!!!

Noblesse obligeultima modifica: 2006-01-23T17:36:32+01:00da
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