Il grande bamboo

Le numerose e ripetute aperture della mia bocca mi suggeriscono che forse sarebbe il caso di occupare il tempo in una maniera più costruttiva, e dunque provo ad impegnarmi nell'unica cosa che ultimamente mi riesce in maniera decente. Tranquillizzo immediatamente coloro che stanno pensando che il mio lavoro sia passato dalle prove pratiche a quelle orali, dicendo che è solo la noia a comandare le mie mascelle….il che forse, a ben vedere, è ciò che capita anche in tanti matrimoni, ma non è comunque il mio caso odierno e tanto meno è quello di cui  vi voglio parlare.
Nelle mie idee – meno confuse di quelle dell'indimenticabile Bettarini africano – oggi c'era un post da farcire con tutte le metafore che in questi giorni l'intero mondo mediatico ha continuato a regalare agli occhi più attenti, ma mi sono facilmente reso conto che sarebbe necessaria anche la presenza di una minima costruzione di un discorso al quale affiancarle. Non si può infatti scrivere "umile come Berlusconi" o "onesto come Vanna Marchi" senza contestualizzare in qualche modo queste espressioni, ed è per questo che ho deciso di abbandonare i miei propositi iniziali per dedicarmi, più banalmente, ad un post a sfondo pseudo sessuale.

Come forse qualcuno sa, l'altra sera sono ricominciate "Le iene", con la sobrissima Cristina Chiabotto nel ruolo di conduttrice.
Il primo servizio che la Raffaella Carrà di Pinerolo ha lanciato era dedicato a Michela Morellato, indimenticato e indomito caposaldo di questo blog, grazie alla quale centinaia di malati di mente si sono potuti affacciare su queste pagine. E' con rammarico che non ne parlo, anche perché fondamentalmente non si è aggiunto niente di nuovo alla già edificante storia che l'ha vista fiera protagonista del tentativo di "corte" velatamente forzato, offertole da quel gentiluomo di Amedeo Goria.
Preferisco invece soffermarmi sul servizio girato a Santo Domingo, che vedeva come impavida protagonista un'arzilla 76enne alle prese col grande bamboo. Per chi non lo sapesse, con questo nome si tende ad indicare lo sproporzionato oggetto dei desideri femminili, che mitologicamente sembrerebbe appartenere alla popolazione dominicana. Io ovviamente non ho mai approfondito personalmente l'argomento – neanche nel mio viaggio di nozze – e non posso dunque sapere se questa favola possa trovare un riscontro metrico-decimale nella realtà o meno, ma posso tranquillamente dire che se è vero che della lunghezza del bamboo non v'è certezza, una buona sicurezza la possiamo avere sulla forza dello stomaco dei dominicani.
Perché per quanto potesse essere piacevole la signora, si trattava comunque di una donna al cui confronto la decadenza dell'impero romano pare un cioccolatino, e per riuscire a trombarsi tutti i giorni una donna così – soprattutto se si ha la metà dei suoi anni – bisogna essere uno stunt-man più che un dominicano mega-bamboo-dotato.
Ma grazie al servizio ho comunque capito una cosa: ecco perché mia moglie mi chiede sempre di tornare a Santo Domingo.

Il grande bambooultima modifica: 2006-01-26T16:42:34+01:00da
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