Paradisi terrestri

Stamattina mi sono svegliato con l’intenzione di fare qualcosa di utile per il matrimonio.
Non è che mi succeda spesso di essere così proattivo (che non so cosa significhi esattamente, ma il mio capo dice sempre che non lo sono), e dunque ho approfittato di questa inattesa vivacità mentale per occuparmi di tutto ciò che ancora manca.
La prima cosa è stata ovviamente il viaggio di nozze, visto che, nonostante l’aiuto di Cape, non è ancora stato deciso.
E dunque vai di cataloghi: ho preso la busta da 15 chili che li contiene e ho iniziato a sfogliare per la trentesima volta (che non è assolutamente un numero a caso) una pesantissima sfilza di pagine colorate. Il guaio quando leggi un catalogo di viaggi, qualunque esso sia, è che le mete descritte, dalle Bahamas a Djerba, sono sempre dei paradisi naturali, dove l’uomo ha lasciato quasi inalterato il paesaggio, fatti proprio per chi si vuole rilassare, ma anche per chi cerca l’avventura, lo sport e la tradizione culturale del luogo, con una cucina ricca e prelibata, ma anche semplice e essenziale, con delle camere ampie e confortevoli, ma arredate in maniera semplice e con gusto……
E’ ovvio che con una descrizione così 1) ti senti preso per il culo 2) pensi che siano stati scritti tutti da Schifani, e ti sentri di nuovo preso per il culo 3) alcuni parlano di posti in cui sei già stato, e dove ti hanno già preso per il culo 4) ti chiedi se chi scrive ci è già stato o se magari glieli hanno raccontati, prendendolo per il culo 5) sei certo che qualunque scelta farai ti prenderanno per il culo.
Vista così la situazione non è certamente delle migliori, ma, con un certo spregio dell’ovvio, io continuo, forse perchè da buon italiano sono convinto che in qualunque situazione ci possa essere qualcosa di conveniente , o meglio che in qualunque cosa si faccia si possa riuscire a fregare qualcuno o qualcosa.
Come quando a Ibiza sono stato in un villaggio “situato su una delle più belle spiaggie dell’isola, immerso nel verde e a pochi chilometri dal centro, con un’animazione giovane e discreta e una cucina fresca e ricercata” (parole del catalogo Columbus di due estati fa).
Beh, il villaggio era effettivamente situato su una spiaggia molto bella, ma nel senso che era proprio sopra, a più di cento metri di altezza a strapiombo, e per raggiungerla dovevi essere Messner. Il verde poi c’era, e vi eri effettivamente immerso, nel senso che per poter chiudere il balcone abbiamo dovuto tagliare un ramo di un albero che viveva comodamente sopra il letto. I pochi chilometri poi erano giusti, ma solo se il catalogo fosse stato destinato ad uno statunitense, visto che dal centro eravamo esattamente a 25 km, e cioè quasi la metà dell’isola. L’animazione era poi così discreta che non riuscivi proprio a riconoscerli quando se ne stavano tutto il giorno in spiaggia a prendere il sole e a provarci con i/le clienti. E il cibo? Beh, ho mangiato cetrioli e carote per una settimana, più fresco e da ricercati di così!!!
E io, da buon italiano, cosa ho fatto per cercare di dare un senso a qella che poteva sembrare una pessima scelta? Approfittando dell'”all inclusive” e dell’assenteismo continuato dell’animazione, ho praticamente ospitato “a mie spese” mio fratello e tutta la sua famiglia (loro sono ibizenchi) per l’intera settimana. Non ci ho recuperato del denaro, ma volete mettere la soddisfazione?

Grazie Noti

Paradisi terrestriultima modifica: 2004-03-21T12:04:38+01:00da
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