Segnali di vita

Ma è possibile che in una settimana io non sia riuscito a postare nient’altro che il risultato di una indagine apparsa sulle pagine di un famoso mensile, all’interno della rubrica di Camila Raznovich?
Ora…….capisco che non sia automatico che, sulla base dei miei passati post, voi pensiate che io sia geniale, però concedetemi almeno il beneficio del dubbio, e leggete quali sono stati i motivi che hanno fatto scendere il mio blog al suo livello più basso.

Tutto è iniziato due venerdì fa, quando la simpatica sensazione che Tchaikovsky e il suo schiaccianoci si fossero comodamente adagiati sulle mie palle, ha fatto capolino nella mia vita, strizzando l’occhiolino, e purtroppo non solo quello.
Avete mai sentito dire “mi hai proprio stritolato le palle”? Beh, più o meno mi sentivo così, e vi assicuro che non era piacevole.
Questa “chiusura” è purtroppo continuata per qualche giorno, causandomi non poca apprensione (soprattutto alla luce dell’imminente matrimonio che come è noto mi vedrà protagonista fra tre sabati), fino a quando mercoledì scorso, verso le quindici e trenta, mi sono allontanato dal mio ufficio adducendo un non meglio precisato malore, e vi assicuro che non è stato facile rimanere serio di fronte alle cortesie delle mie colleghe, che, ignare, mi offrivano la loro mano per alleviare il mio disturbo.
Con un leggero imbarazzo mi sono allora presentato dalla mia dottoressa, che ha concluso la sua visita, fortunatamente solo verbale, indicandomi una serie di bustine e pastiglie da prendere, e consigliandomi un’ecografia.
Lunedì, con il dolore che aveva ormai iniziato la sua fase discendente, mi sono sottoposto a quella che sarebbe stata la visita più imbarazzante della mia vita.
Si, lo so che esistono tantissimi ginecologi maschi, ma per voi donne è differente, perché nel vostro DNA vive radicata l’idea che prima o poi dovrete andare da un ginecologo, e che questo potrebbe anche essere un uomo. Per noi è tutta un’altra cosa!!!
Non è stato bello entrare nello studio di questa quarantenne dal piacevole aspetto, che mi ha subito intimato di spogliarmi e che, notando la mia ritrosia, mi ha chiesto ridendo se questa fosse la mia prima volta. Questa frase ha risvegliato in me dei ricordi risalenti a quindici anni prima, in cui diciamo che non ho proprio fatto una gran figura. E quando poi la gentile signora mi ha rovesciato addosso un gel trasparente e ghiacciato, chiedendomi se potevo liberarle il campo di azione per permetterle di lavorare meglio……. beh, diciamo che mi sono proprio sentito piccolo piccolo.

Ma torniamo alla mia salute.
Dopo aver constatato che dall’ecografia non risultava niente di grave, e con il dolore che andava riducendosi sempre di più, martedì sono tornato con gioia a lavorare.
Peccato che, un po’ per colpa della cura antibiotica e un po’ per la sua congenita fragilità, il mio corpo si sia trovato indifeso di fronte agli agenti esterni. E da due giorni infatti sono di nuovo a casa, con la febbre (poca e a tratti) e l’influenza, con la sensazione di avere Giuliano Ferrara seduto sul mio petto, e con il cuore che sembra abbia appena finito la sua personale maratona.

Ora dico solo una cosa: prima le palle, e poi il cuore…… sarà mica che il mio corpo mi sta cercando di dire qualcosa in un’ottica futura di breve termine?

Segnali di vitaultima modifica: 2004-05-14T11:43:39+02:00da
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