Il festival delle banalità

In questi giorni, causa malanni fisici di cui più o meno ho già parlato, le mie presenze dalla dottoressa della mutua sono esponenzialmente cresciute. Avendo la gran fortuna di sostare nella sua sala di aspetto almeno un’ora, prima di potermi beare di tre minuti dei suoi consigli, ho raccolto una serie di frasi che secondo me meritano di essere segnalate.
Trattasi di perle in cui la grammatica e la logica sono presenti come nei discorsi di Di Pietro, ma anche di ovvietà e banalità di una bellezza straordinaria, soprattutto se ripetute dalle stesse persone giorno dopo giorno.


Mio figlio mi fa andare fuori dai ghingheri.

Si può solo contare sulle proprie gambe.

Ah, bisognerebbe illuminare di più le strade, altro che aggiustarle.

Si stava meglio quando si stava peggio.

Due schiaffi e un bambino impara subito.

Lo sapevo io che non era il marito adatto a lei.

Gli anziani sono anziani, però i giovani…quelli si che sono giovani.

Non ci sono più i cibi di una volta.

Il vaccino io l’ho fatto, ma dopo sono stato peggio.

Ah si, tutti disgraziati i giovani, ma i miei nipoti no.

I farmacisti sono tutti ladri.

Hai l’aria spalestrata, c’è qualcosa nel tuo quadro?

Prima di un’ora qui non si esce.

Ai miei tempi bastavano due zollette di zucchero, adesso vogliono la pleistesc.

Il festival delle banalitàultima modifica: 2004-09-12T11:19:32+02:00da
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