La guerra degli Antò

Sulle note di Staring at the sun, che già ho visto ispirare un bellissimo post di una ragazza che non “vedo” da qualche giorno, sto scirvendo il mio primo post notturno, non tanto per l’orario quanto per i contenuti, che avranno delle tinte sicuramente più riconducibili alla notte che al giorno.
Il titolo potrebbe trarre in inganno, in quanto “La guerra degli Antò” è un film del 1999 che narra le vicende di quattro punk (tutti di nome Antonio) che decidono di evadere dal piccolo paese di provincia in cui vivono, per cercare la libertà in una città più grande che riesca a farli sentire meno omologati e chiusi. I risultati alla fine non saranno ottimi, ma non è di questo che mi voglio occupare.
Dicevo che il titolo è fuorviante, perchè non voglio parlare nè di guerra nè di quel film, ma voglio solo prendere spunto da quella storia per trarre alcune semplici conclusioni.

Come ho detto gli Antò decidono di andarsene dal loro paese di provincia per cambiare vita, per cercare delle soddisfazioni che lì non potrebbero avere, e per capire cosa vogliono dalla vita.
Beh: la soddisfazione e il suo complemento con l'”in” a precederla, potrebbero sicuramente essere due ottimi argomenti da trattare, soprattutto da chi in questo momento sta per cambiare radicalmente la propria vita andando incontro con il cuore in mano ad una persona che ha accettato di prendersene cura e ricoprirlo di affetto. E si sa che il confine fra il prendersene cura e non farlo può essere molto sottile, come sottile è la differenza che c’è tra la soddisfazione e l’insoddisfazione.
Io stamane, ad esempio, mi sono svegliato con un umore abbastanza nagativo e con nessuna voglia di occuparmi di me e delle cose che mi circondavano. Eppure sono bastate due banalissime cose a rendermi sereno, e a darmi l’assoluta convinzione che stasera riuscirò a dormire tranquillamente senza il rischio di svegliarmi dopo sole 4-5 ore.
Lo so che non si direbbe da queste righe che sono contento, e infatti non l’ho detto. Ho solo parlato della mia serenità odierna, che talvolta mi spinge ad essere un pò più riflessivo e meno coglione del solito.
Ma sto andando fuori tema. Il titolo infatti a qualcosa deve servire, e così è.

Parlando degli Antò, ho detto che una chiave di lettura poteva essere la soddisfazione, ma che non era ciò che volevo affrontare. Il mio desiderio è infatti quello di soffermarmi sul piccolo paesello di provincia dal quale sono scappati.
Qualche giorno fa Avalon, ha usato questa meravigliosa parola, “paesello”, per definire il blog in cui in qualche modo viviamo.
So che non scopro niente di ecclatante, però la definizione mi piace molto, e dunque, col suo implicito permesso, la faccio mia e ci scrivo qualche riga sopra.
Paesello è infatti perfetta per descriverlo: questo blog è ovviamente una piccolissima cosa nel mondo della rete, ma è allo stesso tempo autonomo, autosufficiente e perfettamente distinguibile dagli altri (non molti a dire il vero) blog che ci sono in Italia.
Prima di stabilirmi in questo paese, l’estate scorsa ne ho abitato un altro per un mese, ma come è evidente l’ho lasciato, a causa della mancanza di quelle caratteristiche che invece abbondano nel nostro.
Noi abbiamo un bar, una radio libera, un’agenzia di viaggi, dei locali notturni, la scuola, varie agenzie di consulenza e un agriturismo. E abbiamo anche le differenti personalità: ci sono sicuramente il sindaco (donna), la portinaia, il leader, lo scemo del paese, i cantastorie, gli amanti, la gente comune, i teatranti, gli accusatori, le vittime e il saggio(uomo). Senza dimenticare i sentimenti: abbonda l’amore ma c’è anche l’odio, ci sono le liti e le scuse, le bugie e le verità, i tradimenti e i pentimenti, l’allegria e la tristezza, e probabilmente più di tutto c’è l’amicizia, che a volte vede al suo fianco l’ipocrisia.
Sicuramente oltre a queste cose ce ne sono tantissime altre, ma non importa ciò che ho menzionato o ciò che ho scordato, l’importante è che io stia bene qui, e che sia felice di esserci. Ed è ovvio che che se lo sono è grazie a tutti coloro che sono qui insieme a me: a quelli che mi conoscono, e anche a quelli che non sanno chi sono ma che io leggo in silenzio.
Il mio grazie va dunque a tutti voi, che mi rendete quotidianamente la vita un pò più piacevole.

Ma siccome il post ha un titolo, e il legame con esso sembra ancora poco chiaro, devo necessariamente fare un ulteriore ringraziamento.
Se dal nome dei protagonisti del film togliamo l’accento, otteniamo il nome delle due donne a cui sono maggiormente legato e grato qui dentro.
Anto, l’ultimo grazie è per voi

La guerra degli Antòultima modifica: 2004-04-05T03:09:10+02:00da greendune
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18 pensieri su “La guerra degli Antò

  1. ma perchè? oltre alla dolcissima ki, ti legge anche la Interlenghi qui dentro!???? come vedi daboliu, riesco a rovinare qualsiasi cosa, anche la piu dolcissima… non riesco a stare seria MAI… :*** credo sia colpa del fatto che i complimenti che tanto mi lusingano ovviamente (non sarei donna altrimenti) un po’ mi imbarazzano… che dire!? Grazie… anzi Grazzzzzzie.. le z sono rafforzative.. un bacio e buona giornata.. io mi metto a lavorare subito! perchè IO non sono in ferie IO!!! sai.. con il mio lavoro.. grrrrrrrrrr baci

  2. Buongiorno amico mio, com’è andato il weekend? Oggi a Milano, dopo un weekend di sole, è iniziata una nuova settimana con le nuvole tristi … il lunedì mattina si fa sempre + duro! Meno male che ci sei tu con i tuoi post a svegliarmi un pò e a mettermi di buon umore.Un bacio,mypassion

  3. Un profondo solletico s’impadronisce della mia anima…sorrido , ma è un sorriso diverso, un sorriso che nasce dal cuore e si propaga come un ‘onda che interessa tutto il mio essere…infatt i sulle labbra non ho accenni di sorrisi, nulla, solo un grazie vorrei dirti, ma non posso, così lo scrivo…GRAZIE , anzi, seguo Cape, grazzzzzzzzzzzz zie…le z sono rafforzative!!! ! E poi ha avuto il coraggio di chiedermi il perchè del mio “unico tu”!!! Bacio, buonissima giornata

  4. Buongiorno o almeno spero che lo sia.. ma leggo tra i vari blog e vedo un velo di tristezza comune. Sono momenti, poi passano dai su coraggio la vita è sempre e cmq bella anche uando è velatamente triste e vale sempre la pena di viverla fino in fondo. Un bacio grande. Silia

  5. Caro dabboliu (mi permetti di chiamarti così?) non è un racconto triste il mio ma la storia di una guerra, la mia guerra personale, vinta, contro la depressione (la bestia). E’ quindi, nel suo terrore, un racconto che dovrebbe incoraggiare e aiutare chi ne soffre xk se ne può uscire e io ne sono la testimonianza, prendendo atto che la bestia è sempre lì ma che si può combattere. Se questa non è voglia di vita! Continua a guardare tutto con gli occhi dell’amore xk la sensazione, lo so, è veramente stupenda e ti auguro possa durare tutta la vita…. ma questa è un’altra storia. Ciao baci grandi. Silia

  6. direi che è una delle più calzanti descrizioni sul “paesello” tra quelle che ho letto, che pone l’accento sul convivere di diverse personalità,di diversi approcci alla “vita coune” proprio coe nei paesi…nelle città forse si è orai perso questo vivere e convivere,a non ovunque.Forse è per questo che i trovo bene qui coe nella vita quotidiana i trovo bene a vivere in un paese

  7. buongiorno a te…meraviglio so semplice..chiar o questo post..ah scopro ora che hai letto il mio post di Angelo…ne sono felice..la mia giornata??forse un po’ triste..ma da qualche ora sta cambiando sta uscendo l sole fuori e anche dentro di me..spero che anche tu stai bene..intendo per davvero..dal tuo post si capisce di sì..

  8. come ho gia’ detto, io oggi, non ho tempo (e a dire il vero nemmeno voglia) di bloggare.. ho letto solo il tuo post e quello di ki.. poi magari pomeriggio boh! cmq… SAI QUANTO CI HO MESSO a trovare un aggettivo carino con la O? Lo sai tu questo!? allora.. con la O ci sono orribile, orripilante, ottuso .. vado avanti? e dopo tutta la fatica che ho fatto arriva lui e mi smonta tutto!!! cmq.. leggilo nella chiave di “da far perdere la testa nelle nuvole” .. non ti sembra abbastanza un complimento!??? comunque la mia idea era quello di cambiare il nome sul link ogni giorno.. ma.. se non vuoi… 😉 hehehe scommetto che adesso vuoi!? perche’ vuoi vedere cosa riesco a tirare fuori! .. eh no.. ormai non lo cambio piu’!!!! baci daboliu … baci baci baci… (non eri in ferie? che fai mantieni gli stessi orari dell’ufficio!? ) baci ancora

  9. Cavolo … ma allora sei piemontese?!?! :o) io ho iniziato a lavorare proprio in piemonte, a Torino … quanti ricordi!!! Belli, ovviamente! Le partite allo stadio a vedere Torino-Atalanta (io sono atalantina sfegatata!), le osterie del canavese dove ogni tanto trascorrevo le serate con i colleghi, il “bicerin” dopo pranzo … Mi sono rimasti un sacco di amici lì, ogni tanto ci vediamo e ci sentiamo ancora!! E lo sai che il film di cui parli nel tuo post sono andata a vederlo proprio a Torino? :o) una delle Anto a cui è “dedicato” il tuo post … credo di conoscerla anch’io … è la Ki, vero? E’ la mia amica dei gabbiani … la prima che mi ha scritto quando ho iniziato la mia avventura sul blog … un mito, insomma!! :o) Cerea, nè …

  10. la varietà contraddistingu e ognuno per riunire le idee che si condividono in molti e tutti sono importanti e soprattutto degni di rispetto, di ascolto … la cosa essenziale è sentirsi sereni, ed essere sinceri perchè dal nostro modo di porsi e dialogare si otterrà (x la maggior parte dei casi) la stessa medaglia, lo stesso desiderio di comunicare e di farci sentire vicini, anche se non fisicamente…. hai riassunto l’essenza del Paesello, dove, non importa saper scrivere da “scrittore/tri ce”, dove non è essenziale conoscere ogni regola linguistica e ortografica, ma la cosa più importante è rispettare gli altri, le loro idee, il loro silenzio, la loro gioia e tristezza, ascoltandoli semplicemente con sincero desiderio di stare insieme e parlare … un grazie va a te, perchè ci sei. (Dabloiu… grazie per il sorso di ….birra?…. l’ho bevuta insieme a te ..anche acqua va bene!!)…un abbraccio e buona settimana!

  11. E’ davevro delizioso leggerti così…ironico, divertentissimo , scherzoso ma anche delicato, gentile, premuroso…e dato che non possiamo palleggiare all’infinito con i “grazie”, ti mando solo un affettuosissimo bacio. Ciao,. ciao

  12. daboliu, mi son persa un pezzo pero’ di questo tuo post.. stamane ti sei svegliato di umore nero.. e sono bastate due banalissime cose a farti cambiare umore… bhe!? non ci vuoi rendere partecipi?.. o forse.. sono io che non l’ho afferrato!? attendo risposta! baci baci Anto (mica che qualcun’altro oltre a streghetta, non capisce che l’altra Anto son io!!!!!!!)

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