Ebbene si sono un pirla/II

Avendo in questi giorni accartocciato su se stesso il mio cervello, allo scopo di trovare il giorno che ha dato il via al mio genio, ho avuto la fortuna di rivedere una serie di eventi che mi hanno permesso di dare una collocazione temporale alla mia idiozia.
In questo divertente ripasso della mia vita, mi sono ricordato di una serie di situazioni in cui, e lo dico senza falsi pudori, mi sono fatto delle figure di merda non indifferenti. Tra queste, oltre a quella già raccontata che ho vissuto da Amadeus (e dalla quale ho mutuato il titolo del post), ne ho un’altra che, per caso, vede indirettamente protagonista un altro personaggio famoso della televisione.

Non so se l’entità della figura di merda sia proporzionale all’importanza della persona con la quale la si fa, però, dando a questo postulato un’apparenza di verità, mi sento assolutamente tranquillo nell’affermare che trattasi della seconda pessima figura della mia vita, almeno in ordine di grandezza.
Correva l’anno 1999 (ma potrebbe anche essere il 1998: l’omino del mio cervello non ne è sicuro), ed eravamo a novembre (questo è certo), mese tradizionalmente felice ai miei occhi a causa della concomitanza di due eventi per me di festa, e cioè il mio compleanno (il 12 per chi fosse interessato) e il Torino film festival, che forse all’epoca si chiamava ancora Cinema Giovani.
A parte le ovvietà sul mio compleanno, credo sia opportuno spiegare brevemente per quale motivo lo svolgimento del festival era per me motivo di gioia.
Essendo io appassionato di cinema, ed avendo anche provato, con pochissima gloria, a percorrere la complicata via del regista (ovviamente di cortometraggi), l’arrivo del Torino Film Festival era per me un’occasione grandiosa per vivere un po’ in quell’ambiente, per incontrare delle persone e per farmi anche un po’ conoscere in giro. Motivi che ritenevo più che validi, per offrirmi ormai da anni come volontario a ricoprire il ruolo di maschera.
Essendo questo lavoro appunto non pagato, e anche fonte di diverse rotture di balle e poche soddisfazioni, la gente che si ripresentava l’anno seguente era veramente poca. Motivo per cui io, che invece ero al quinto anno, venivo ben visto dall’organizzazione e ottenevo per questo i compiti di maggior responsabilità.
Tra i tanti, in quell’anno dovevo occuparmi della sala principale durante la premiazione. Tale compito era reso più difficile dalla protesta dei verdi, che infuriava sul festival a causa dello sponsor della manifestazione, che era la Nestlè.
Per quella serata, che doveva essere presentata da Bisio e che avrebbe visto la premiazione, tra gli altri, di Virzì, fu quindi deciso di spostare più avanti l’ingresso del cinema, in modo che la calca stesse al di fuori dove avevamo l’aiuto delle forze dell’ordine, e ci fu anche detto di non fare assolutamente passare nessuno che non avesse un biglietto o un pass.
E così io feci quando, dopo mezz’ora di spintoni e insulti, finalmente aprimmo le sale ed iniziammo a far entrare molto lentamente gli spettatori.
La mia testa era china, e guardavo solo le mani e i biglietti delle persone, per cercare di farli entrare più rapidamente. Ad un certo punto ne vidi quattro (di mani), sprovviste di una qualunque cosa, che fermai dicendo, sempre a testa bassa, “scusi ma senza biglietto non si può entrare”, scansandole immediatamente e chiedendo di far passare quelli che erano dietro.
Dopo dieci nanosecondi una voce (quella del direttore del festival) si alza prepotentemente alle mie spalle: “Chi è quel coglione che sta fermando Bisio e Virzì?”, con un tono delicato quanto l’uragano Ivan. E alzata la testa vedo la faccia tonda di Virzì che mi guarda sorridente e quella di Bisio che altrettanto sorridente aggiunge “io sarei uno di quei due, e coglione credo che lo dicesse proprio a te”.

Ebbene si sono un pirla/IIultima modifica: 2004-09-19T06:30:48+02:00da greendune
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17 pensieri su “Ebbene si sono un pirla/II

  1. Io invece dico che sei uno che lavora come un matto e che quando lo fa (lavorare intendo…) si concentra talmente che… beh, in effetti si, a ben pensarci, un tantino pirla forse si:-))))). E dopo non dire che non ti leggo ..az…Buon lunedi. per domattina…pas sato indenne attraverso il “controllo qualità e quantità” del’innominabi le…???Bacio. C.
    P.S. tempo qualche giorno e saprò tutto di te, dalla a alla w….:-)))))

  2. I° che ci fai nell’universo mondo alle 06.30????? II° questa storiella me ne ricorda una che mi vede protagonista è che fa il paio con la tua. Durante un corso universitario dovevo presentare una relazione su un libro di Alain Robbe_Grillet intitolato La Jalousie . Mi preparo di buzzo buono, lego e rileggo il libro, scrivo un papier di relazione da far impallidire Eco. Arrivo in aula (ovviamente gremita) e declamo impettito il mio lavoro. La prfessoressa ascolta interessata. Senonché giunto alla fine pongo una domanda al’intera scolaresca: c’è un particolare del libro al quale non sono riuscito a darmi una spiegazione, qualcuno può aiutarmi? come mai a tavola ci sono sempre tre piatti ed il terzo non c’è mai? Gelo della professoressa. Spiegazione: il libro è la trascrizione dello sguardo di un marito geloso (era suo il terzo piatto) che osserva i movimenti della moglie e del presunto amante

  3. Credo che qualcuno ha sbagliato i coglioni erano due non uno. Le voci di corridoio sulla mia professione sono parzialmente errate, L’università non è il mio lavoro principale. Occupa circa un decimo del mio tempo. per il resto faccio lavori strani i più disparati ed esempio: domani inizia un congresso modiale di cui sono segretario scientifico, nello stesso tempo sono responsabile di un progetto di finaziamento regionale per la rivitalizzazion e del commercio e delle aree urbane in due comuni per 1.750.000€ e così via in altre cose che in questo momento mi impegnano meno.

  4. Beh, questo post mi dà la conferma che se veramente tra di noi ci sono tantissime analogie, allora conoscendomi il “coglione” in questione eri proprio tu… 😉 M. (figo… adesso riesco ad insultarmi in terza persona tramite interposizione di estraneo… se questo non vale un Oscar…)

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