Caterina va in città

Sulla scia del successone (tre commenti, che per il mio blog sono un record!!!) riscosso dal mio post “In the cut” ho deciso di riproporre il filone cinematografico. Anche se sono convinto che mancando completamente in questo film il lato sessuale, l’exploit non potrà essere ripetuto.
Caterina va in città è il quarto film di Virzì che vedo, ed è, a mio parere, il meno riuscito dei quattro, nonostante sia piacevole da guardare e raramente noioso. Il problema è che la storia della ragazzina che passa dalla vita di Montalto di Castro a quella della capitale in una calda estate italiana, è un pò troppo stereotipata, e lascia intravedere l’epilogo già dopo dieci minuti, lasciando ai restanti 80-90 tanti episodi nei quali l’approfondimento dei contenuti e la connotazione dei personaggi, elementi tipici e apprezzabilissimi del cinema di Virzì, sono stati un pò messi da parte a favore di una rappresentazione semplicistica della visione politica degli adolescenti. Viene rappresentata meglio, e probabilmente anche grazie ad un bravo Castellitto, la crisi d’identità dei genitori di Caterina, e sarà mica questo un segnale che indica a Virzì quale dovrebbe essere la strada per i suoi prossimi film?
L’ultima annotazione è per la recitazione di Amendola, che nei panni di un politico di destra è credibile come un ex tipografo iscritto al PCI che diventa direttore di un giornale in mano al centro destra………… buona visione!!!

Caterina va in cittàultima modifica: 2004-01-08T16:19:19+01:00da greendune
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