Un Urlo di dolore

C’era una volta un paese innocente nel quale tutti si fidavano di tutti.
Il Re di questo paese era così semplice che prendeva il tram insieme ai suoi sudditi, con appena due guardie che lo scortavano a debita distanza per non intimorire chi volesse parlargli.
Anche la sua casa era difesa da appena due guardie, e quando qualche straniero domandava come mai fossero così poche, i sudditi rispondevano che nessuno poteva voler far del male al Re, perché il Re era amato da tutti.
Lui ripagava degnamente questo amore: le strade del suo regno erano perfette nonostante il gelo e le continue piogge, la sanità era efficientissima ed assisteva realmente chiunque ne avesse bisogno, i servizi erano qualitativamente superiori a quelli di un qualunque altro paese ed erano quasi sempre gratuiti, l’arte e la cultura erano a disposizione di chiunque senza alcuna preclusione.
Di fronte a tanto amore e tanta perfezione, i sudditi non potevano che rispondere con lo stesso tono: i negozi non avevano sistemi antitaccheggio perché nessuno rubava, gli incidenti automobilistici erano pressoché assenti, nessuno risparmiava il proprio denaro perché questo serviva a mantenere viva l’economia e perché in caso di bisogno sapeva di poter contare sullo stato, la cronaca nera praticamente non esisteva.
Tutto era perfetto, e di questo meraviglioso clima poteva fruire ogni turista che decidesse di visitare questo incantevole posto.
Purtroppo però, non tutti erano puri d’animo come gli abitanti del paese, e qualcuno si approfittava di tanto amore e tanta ingenuità: sono comparsi i primi furti, sono nate le pagine di cronaca nera, e anche il palazzo reale si è dotato di una sorveglianza armata più forte.
Nonostante questo, il clima restava allegro e di fiducia, perché niente di realmente grave era ancora successo, e purtroppo niente faceva immaginare ciò che sarebbe successo in un olimpico sabato d’agosto, quando il più bel frutto dell’opera artistica del figlio prediletto di quella nazione è stato ignobilmente portato via, e un urlo di dolore ha squarciato il silenzio norvegese.
E anche il mio cuore.

Un Urlo di doloreultima modifica: 2004-08-23T13:29:13+02:00da greendune
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29 pensieri su “Un Urlo di dolore

  1. P.S. Mi sono fatta un film di te che rientri in casa e trovi un maschio caucasico ( ma poi il colore della pelle non ha importanza) che si impossessa dei tuoi beni in senso lato e non hai neppure la mazza da baseball. Ho immaginato la scena e mi veniva e mi torna a venire da ridere.

  2. Io non mi preoccuperei tanto dell’Urlo (è un po’ come i toreri di Picasso o gli orologi di Dalì: Munch ne ha dipinti a decine!). Quello che mi dispiace è il furto della Madonna, un capolavoro semisconosciuto ma estremamente bello, di un magnetismo inaudito.

  3. E mia è mia… per colpa tua ormai scrivo quasi esclusivameno cose mie 😛 Ha colpito anche a me il trafugamento dell’urlo… un’opera del genere nonè vendibile a meno che ci sia qualcuno che vuole rinchiuderla da qualche parte a suo esclusivo utilizzo…

  4. Buonasera navigatore velocecemente aliciato. latito dal Blog perchè 1) la mia fonte di ispirazione è temporaneamente in ferie; 2) perchè a leggere solo ed esclusivamente IlSole24Ore alle pagine “Fisco e tributi” e a cercar di interpretare l’ennesimo decretone malfatto tagliaspese, mica ci si fa venire idee brillanti e stucchevoli da inserire in blog 🙂 e così non mi resta che “urlare” con te per sittanta perdita a favore di egoisti egocentrici o manipolatori di denaro sporco (ma che sto dicendo??? mbho!!) nella speranza che nel regno quasi perfetto qualcuno si penta e restituisca il maltolto. Un bacio da chi latita per diletto lavorativo. Silia

  5. ciao Walter, ho letto il tuo post come sempre con interese. Io però non sono tanto indulgente con “quei bravi ragazzi” di norvegesi. A mio parere sono dei “criminali”. Li considero correi di un furto contro l’umanità. I due quadri rubati non sono patrimonio norvegese: appartengono all’universo mondo. È come dire che la cappella Sistina è del Vaticano. Sono stato un adolescente alquanto tormentato (e tormentoso per gli altri): con Munch ho avuto fin da subito un approccio “facilitato”. Con lui ho scoperto che il nulla esiste e che l’esistenza ha in sè un che di spaventoso. Ma anche che l’angoscia di vivere non è una tomba da scavarsi anzitempo, ma un “urlo” per raggiungere i propri simili. Condividere e non ripiegarsi.
    Per questo il tuo re ed i suoi sudditi sono degli sciocchi ed hanno tutto il mio biasimo.
    PS l’ho messa troppo sul tragico eh…. ?

  6. Accidenti, sono in partenza per le non tanto sospirate vacanze (viaggiare non è proprio tra le mie priorità) perché mi sarebbe piaciuto continuare col discorso aperto con Munch e l’adolescenza. Pensa, 4 anni fa ci fu una mostra a firenze; vi portai un’intera scolaresca di cinesi, magrebini, italiani e pakistani che partecipavano ad un progetto sulla multiculturalit à ed è stato uno dei miei show “accademici” migliori. Mai visti degli adolescenti più attenti ed interessati per dei quadri. Avremo modo di parlarne al mio ritorno fra una decina di giorni. Ciao e a presto Skartoffie

  7. eh sì, deve essere stato proprio quello a farmi venire in mente l’episodio… tra l’altro, non so perchè ma dovrei scrivere delle mie vacanze e invece mi viene in mente tutt’altro… allla creatività non si comanda!!!! risposto alla mail, vado a controllare calendario, a dopo caro! Besitos

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